Qui di seguito troverai alcune risposte alle domande più frequenti.
Sono molte le situazioni per cui rivolgersi a uno psicoterapeuta è utile ed importante.
Innanzitutto è fondamentale considerare che lo psicoterapeuta non tratta solamente la psicopatologia; questo significa che non si occupa esclusivamente dei disturbi di personalità e disturbi clinici come ad esempio i disturbi d’ansia, i disturbi dell’umore, i disturbi sessuali, o del comportamento alimentare.
Lo psicoterapeuta si occupa di tutto questo, ma anche di un’altra ampia molteplicità di situazioni, personali e relazionali, che possono essere fonte di sofferenza o di disagio.
Un supporto psicologico e una psicoterapia, infatti, possono essere utili per una crisi temporanea, per il bisogno di una maggiore lucidità mentale quando si deve prendere una scelta, per imparare ad affrontare al meglio alcune situazioni familiari, sentimentali, lavorative, scolastiche o sociali, per comprendere come gestire lo stress quotidiano, per migliorare la propria autostima. Iniziare un percorso terapeutico può essere utile anche per favorire un cambiamento, per una migliore realizzazione e consapevolezza di sé, oppure per la volontà di iniziare un percorso di sviluppo-crescita personale e per una conoscenza profonda di sé.
Secondo la mia esperienza per rispondere più concretamente alla domanda “mi serve uno psicologo?” la cosa migliore da fare è non rimanere con il dubbio ma concordare un primo incontro conoscitivo. Già con un primo colloquio spesso è possibile fare maggiore chiarezza sulla situazione personale che si sta vivendo e comprendere se effettivamente può essere utile iniziare o meno un percorso psicologico-psicoterapeutico.
Inoltre rivolgersi a uno psicoterapeuta sin dai primi segnali di disagio è essenziale per prevenire l’instaurarsi di altre difficoltà e per ritrovare, il prima possibile, il proprio equilibrio e benessere.
Assolutamente si. Lo psicologo è tenuto a non rilevare ciò che emerge durante un colloquio e nemmeno il fatto stesso che la persona abbia intrapreso un percorso.
L’articolo 11 del codice deontologico degli psicologi italiani specifica che “lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate…”
Lo Psicologo è un professionista che ha conseguito la laurea magistrale in Psicologia (5 anni) e, a seguito di un tirocinio pratico professionalizzante di 1 anno, ha superato l’esame di stato per l’abilitazione alla professione. Il suo percorso di formazione dura quindi almeno 6 anni.
Lo Psicoterapeuta è uno psicologo abilitato oppure un medico-chirurgo, che ha continuato la sua formazione teorica-pratica post-lauream presso scuole di specializzazione universitarie o riconosciute dal MIUR, per la durata almeno di 4 anni, svolgendo un tirocinio continuativo con la supervisione da parte di psicoterapeuti esperti. Il suo percorso formativo dura quindi almeno 10 anni.
Lo psichiatra è un professionista che ha conseguito la laurea in medicina e chirurgia con specializzazione in psichiatria. Quindi è prima di tutto un medico che può prescrivere farmaci generici e/o psicofarmaci.
Come previsto dal Codice Deontologico, lo Psicologo lavora per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace (art.3). È tenuto inoltre ad accrescere le proprie conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità.
In generale l’obiettivo di una psicoterapia è invece la cura e il cambiamento profondo di modalità emotive, cognitive, relazionali e comportamentali che danno origine a una sofferenza più o meno intensa, compromettendo il perseguimento degli obiettivi importanti per la persona. Lo Psicoterapeuta utilizza specifiche tecniche terapeutiche di intervento apprese durante la sua specializzazione.
Lo Psichiatra si occupa della cura delle patologie psichiatriche valutando gli aspetti psicologici e biologici e utilizzando, quando necessario, la terapia farmacologica.
Può accadere che una persona si senta un po’ agitata al pensiero di andare al primo appuntamento da uno psicologo: è assolutamente normale e comprensibile.
Non è mai facile parlare di sé e possono esserci molte domande che girano nella mente: cosa dovrò dire? che domande mi farà? cosa dovrò fare? Il primo colloquio è un’occasione per conoscersi.
Non c’è nulla d’importante da dire o delle regole da rispettare…si porta solamente se stessi e si vive quello spazio così come viene naturale viverlo. Ci sono persone che amano iniziare raccontando la loro vita, altre che preferiscono parlare poco e solo se necessario, altre ancora vanno direttamente al motivo che le portano ad essere li..
Le modalità d’inizio sono quindi molto diverse, non c’è alcuna forzatura e non c’è neppure un modo migliore dell’altro. La modalità giusta è quella che rispetta se stessi e che permette di sentirsi sereni. Al primo colloquio aspettati di essere te stesso, così come ti viene naturale in quel momento, e di incontrare una persona preparata e profondamente motivata ad ascoltarti in assenza di giudizio e ad esserti d’aiuto.
Rispondere a questa domanda è complicato poiché la risposta è diversa per ogni specifica situazione che la persona sta vivendo e servirebbe dunque entrare nel merito della problematica individuale.
Genericamente lo psicoterapeuta utilizza diversi strumenti all’interno del colloquio utili ad esempio per ascoltare e lasciare emergere le emozioni, per approfondire la conoscenza dei pensieri, per stimolare la consapevolezza, per comprendere l’espressione dei desideri, per cogliere e analizzare i conflitti, per aiutare a considerare punti di vista alternativi…e molto altro ancora. Non esiste una cura standard perchè questa equivale a una generalizzazione e, la psicoterapia, esige la logica “dell’uno per uno”: ogni persona necessita di un proprio percorso d’aiuto personalizzato in cui gli strumenti e le tecniche utilizzate sono strettamente legate alla specifica situazione personale e ai bisogni percepiti.
Durante la mia formazione, inoltre, mi sono appassionato e specializzato in Psicoterapia a indirizzo Psicoanalitico-Fenomenologico in cui il mondo interno della persona e la sua unicità assumono un ruolo primario. È un percorso che scava nel profondo: a partire dall’esperienza vissuta, prendendo contatto con le proprie emozioni, sensazioni e pensieri, si cerca di fare luce su se stessi per cercare di rispondere alle tante domande interne, diventando così sempre più consapevoli della propria esistenza.
È di fondamentale importanza per lo psicoterapeuta dedicare un congruo periodo di tempo alla propria formazione continua. Nel mio caso lo faccio partecipando a corsi specialistici, convegni, seminari e alla supervisione di casi clinici, spesso attraverso il programma “E.C.M.” – Educazione Continua in Medicina, che si basa su “crediti formativi” valutati dal Ministero della Salute. Tutto ciò sia per garantire a me stesso le capacità professionali richieste dalla rapida evoluzione che la Psicologia continua ad avere, sia per garantire alle persone risposte e prestazioni corrette, aggiornate, competenti ed efficaci.